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La grotta del Cavallone è una grotta di interesse speleologico che si apre nella Valle di Taranta, nel cuore del Parco nazionale della Majella, e ricade nel territorio dei comuni di Taranta Peligna e Lama dei Peligni, in provincia di Chieti. Già conosciuta intorno al 1600, comincia ad essere valorizzata a fini turistici dalla fine dell’800. Agli inizi del ‘900 il pittore Francesco Paolo Michetti visita la grotta e ne trae ispirazione per gli scenari della tragedia pastorale “La Figlia di Jorio” di Gabriele D’Annunzio; da allora la grotta acquista un’ulteriore notorietà tanto che ancora oggi è conosciuta anche come la grotta della Figlia di Jorio.

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Dal 1978 esiste una funivia che dal vallone di Taranta Peligna permette un più facile accesso ad un maggior numero di turisti.

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Cestovia-Grotta-del-Cavallone

Grotte-del-Cavallone-funivia

Fu nell’anno 1704 che avvenne la prima esplorazione della grotta ad opera di Jacinto de Simonibus, Donat’Antonio Francischelli e Felice Stocchetti, benché la prima traccia di una esplorazione sia la data 1666 incisa, insieme ad altre più recenti, su un masso sito nell’antro d’ingresso. Nel 1893 con la costituzione della Società delle Grotte del Cavallone e del Bue, inizia la valorizzazione turistica della cavità, realizzando il sentiero di accesso scavato nella viva roccia, nei punti più pericolosi del percorso ipogeo vennero collocate delle scale in legno, i cui resti sono ancora visibili. Nel 1904 Francesco Paolo Michetti, per il secondo atto della tragedia pastorale La figlia di Iorio di Gabriele d’Annunzio, realizzò la scenografia ispirandosi all’antro d’ingresso della grotta del Cavallone.

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Sull’onda del successo dell’opera dannunziana la grotta venne anche chiamata della Figlia di Jorio e richiamò l’attenzione di numerosi visitatori, molti dei quali la descrissero in termini fantasiosi. Utilizzata come rifugio per gli abitanti tarantolesi durante la seconda guerra mondiale nel periodo tra dicembre 1943 e febbraio 1944 (all’interno sono ancora visibili le firme dei rifugiati), fu oggetto di nuove esplorazioni da parte degli speleologici a partire dagli anni’50. Una funivia permette oggi di raggiungere l’ingresso della grotta dalla strada del fondovalle che si dirama a circa sei chilometri nella Val di Taranta Peligna. La funivia parte in località “pian di valle” a circa 750 metri sul livello del mare ed arriva a quota di circa 1300 metri sul livello del mare, sempre nella valle di Taranta.

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Grotte-del-Cavallone-nel-cuore-del-Parco-nazionale-della-Majella

Il percorso interno alla grotta si snoda per un chilometro con la possibilità di attraversare sale di grande interesse, in particolare per ciò che concerne i primi 600 metri; è qui infatti che si notano innumerevoli stalattiti e stalagmiti. Vale la pena di ricordare la “Foresta Incantata”, la “Sala degli Elefanti” e lo stupendo “Pantheon” con la sua “Sala delle Statue” Il resto della grotta, pur essendo privo di particolari concrezioni, resta interessantissimo sotto il punto di vista geologico. Alcuni punti salienti della grotta sono stati denominati con termini dannunziani come ad esempio la sala di Aligi, l’eremo di Cosma o l’Angelo muto. Del sistema speleologico della grotta del Cavallone fanno parte anche la grotta del Bue, la grotta dell’Asino e la grotta del Mulo.

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Falco Pellegrino

Nella valle di Taranta, dove è situato l’ingresso della Grotta del Cavallone, la flora è particolarissima e salendo a

piedi per raggiungere la grotta è possibile ammirare le piante più caratteristiche del versante orientale della Majella. Accanto alla stazione di partenza della funivia, fioriscono numerose la Valeriana Rossa e l’Asfodelo Giallo assieme al più raro Fiordaliso della Majella.

Gracchi-corallini

Gracchi Corallini

Sulle pareti calcaree intorno alla grotta vivono abbarbicate le piccole piante di Campanula Napoletana  e il delicato Capelvenere. Nella valle non è difficile osservare l’Aquila Reale che nidifica nella zona e sorvola i pascoli per catturare le numerose Lepri. Facili da osservare sono le Rondini Montane ed i Gracchi Corallini che vengono attaccati dal velocissimo Falco Pellegrino, anche questo nidificante nella zona. I più fortunati invece riusciranno anche a vedere i Camosci d’Abruzzo liberati sulla Majella e presenti anche nell’area faunistica di Lama dei Peligni dove tutti li possono ammirare.

La grotta è visitabile soltanto in estate ma è importante sapere che la temperatura (10°C) e l’umidità (80% – 90%) richiedono un abbigliamento adeguato.
L’orario di apertura al pubblico della biglietteria è dalle 9:00 alle 16:00 (orario continuato).
La visita al Complesso Turistico Grotte del Cavallone ha la durata di circa 2 ore.
La percorrenza in funivia è di circa 20 minuti, dopo la funivia, prima di raggiungere l’ingresso vero e proprio della grotta vi è un percorso a piedi di circa 10 minuti.