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Castelbottaccio si adagia sui pendii di una collina, ad una altitudine di 618 metri sul livello del mare, sulla riva sinistra del Biferno; viene a trovarsi in un territorio molto vario per la vegetazione presente e per la sua morfologia. Gode di una posizione geografica ottimale per la salubrità e la mitezza del clima e suggestiva per le ampie vedute panoramiche che, dal suo punto più alto (Colle Iannone, 717 mt slm), spaziano sulle zone limitrofe del Matese e del Biferno ed arrivano fino al mare e alle isole Tremiti.

Castelbottaccio comune Molisano, di origine medievale

Saltano subito agli occhi la ricchezza e la varietà del paesaggio, incontrando suggestivi boschi di querce attraverso un percorso di campi coltivati a foraggio.

panorama castelbottaccio

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“Foto di Pietro Iocca”

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molise castelbottaccio

palazzo baronale

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Gli alberi da frutta in fiore in primavera offrono un incantevole spettacolo di colori morbidi e variopinti, boschi, pascoli di verde intenso, piccole colline, calanchi, spaccature, antichi sentieri e mulattiere rappresentano un patrimonio ancora intatto e tutto da scoprire.

castebottaccio molise

Castelbottaccio conta 349 abitanti ( Castelbottaccesi ) e ha una superficie di 11,3 chilometri quadrati per una densità abitativa di 37,35 abitanti per chilometro quadrato. Sorge a 618 metri sopra il livello del mare. Il vecchio nucleo urbano è di origine medioevale e conserva quasi intatto il caratteristico ambiente planimetrico originario.

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Non si posseggono notizie attendibili che possano far chiarezza sull’etimologia del nome, tuttavia in un documento del 1148 appare la denominazione “Calcabuttaccio” (roccia contornata da fossato pieno d’acqua) e in un documento del 1767 appare per la prima volta il nome attuale. Un personaggio noto nella vita di Castelbottaccio è Donna Olimpia Frangipane, giovane moglie dell anziano barone di Castelbottaccio don Francesco Cardone.

Arte, Cultura, Ambiente

Nel centro abitato vi è la Chiesa di Santa Maria delle Grazie, di antica costruzione. Da una lapide rinvenuta durante i lavori di restauro si legge la data del 1178 ed è, quindi, una delle chiese più antiche. Un tempo faceva parte della Diocesi di Guardialfiera (fino al 1818), attualmente è aggregata a quella di Termoli- Larino. Nella contrada Macchia di Sant’Oto è ubicata una Cappella rurale.

cappella san oto

La collina di Santa Giusta (mt 650 slm) è estesa per circa tre ettari. Oltre l’ampia vista, qui si respira un’aria spirituale.

cappella san oto castelbottaccio

Qui i pastori sanniti affluivano al santuario vicano di Ercole per portare offerte ed ottenere protezione per le greggi. In epoca romana vi fu attiva una villa romana, dirimpettaia di quella di Casalpiano (Morrone). Fino a qualche anno fa ancora si notavano grossi calchi in opera cementizia per la fabbricazione dei dolii (la zona è ricca d’argilla). Nel ‘500, sotto il dominio aragonese, i vasai del posto pensarono di erigere una cappella in onore della loro protettrice, Santa Giusta di Siviglia.

Tra le strutture murarie più significative del paese vi è il Palazzo Baronale dei Cardone, di cui resta un portale in pietra.

castelbottacio Palazzo baronale

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Palazzo Baronale Castelbottaccio

La struttura risale all’epoca normanna, allorchè si consolidò l’incastellamento delle alture, con terre murate, cinte di torri, col castello del feudatario, la chiesa madre, le case della gente. Una facciata del palazzo baronale dà su via Vittorio Emanuele, con una caratteristica scalinata in pietra, che conduce all’ingresso principale, sormontato da un portale lavorato in pietra, che reca un pregevole fregio. All’inizio della scalinata vi erano due bellissimi molossi in pietra (“corsi”), venduti a famiglie del posto, che li custodiscono ancora nelle proprie case. Al piano terra vi sono i locali una volta utilizzati dalla servitù. Sul lato opposto vi era un’entrata segreta, che conduceva alle prigioni, e all’occorrenza serviva come scappatoia in caso di attacchi. Intorno al palazzo vi era un giardino circondato da mura, fossato per le acque e ponte levatoio.

PIAZZA DELLA VITTORIA

E’ la piazza, il centro sociale e pubblico per eccellenza. Chiunque transita viene notato. Si chiacchera, si stabiliscono relazioni. Qui si tiene il mercato settimanale. Salgono e scendono dallo scuolabus i bambini che vanno a scuola. E’ il naturale punto di ritrovo e di scoperta delle novità.

Piazza della Vittoria

Piazza Castelbottaccio

PiazzaIl Comune deliberò nel 1881 e nel 1900 di chiamarla “Piazza del Municipio”, poi “Piazza della Vittoria”, importante e impegnativa denominazione confermata nel 1965.

Il territorio di Castelbottaccio è attraversato dal tratturo Celano-Foggia, via maestra, via verde, via della lana, grande strada di comunicazione, taglia tutto l’Appennino, è lungo Km 208, di cui 84 in territorio molisano. Unisce Castelbottaccio con i pascoli abruzzesi (estivi), attraversando altri paesi come Salcito, Bagnoli, Pietrabbondante, Vastogirardi, S. Pietro Avellana e con quelli pugliesi (invernali), attraversando Morrone, Ripabottoni, Bonefro, S. Giuliano di Puglia.  

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Calendario festività ed eventi:

5-6 Gennaio Canti di questua (attualmente in disuso).
16 Gennaio S. Antonio Abate protettore degli animali.
19 Marzo S. Giuseppe è devozione della gente del luogo ospitare tre persone raffiguranti la “Sacra Famiglia”, e dar loro da mangiare la “Minestra” consistente in diverse pietanze, prive di carne.
12 Giugno Si allestiscono falò in onore di San Antonio di Padova.
25 Giugno Si ricorda la caduta di un fulmine (25 giugno 1888) che divelse parte del torace e due dita del bambino della statua della Vergine delle Grazie.
29 Luglio Solennità di San Ottato.
30 Luglio Solennità della Madonna delle Grazie.
31 Luglio S. Oto (festa patronale).

1-21 Agosto Estate castelbottaccese.
22-23 Agosto Festa e fiera in onore di Santa Giusta.
21 Settembre San Matteo (ora solo festa liturgica) In tale ricorrenza, animali e mezzi agricoli, adornati di prodotti della terra, offerti poi alla parrocchia, sfilavano davanti alla cappella di S. Rocco in segno di ringraziamento della buona annata e di scampato pericolo, ricevendone la benedizione.
25 Novembre Santa Caterina (con fiera per le vie del paese).

Gastronomia tradizionale

La gastronomia locale è rimasta legata agli antichi sapori della civiltà contadina. Prevalgono gli alimenti di un tempo, cioè la pasta fatta in casa e la carne ovina e suina. Ottime sono le ricette per preparare la carne di agnello e capretto. I salami di carne suina sono un vanto di Castelbottaccio, come anche le soppressate, salsiccie e prosciutti, prodotti realizzati secondo antiche procedure, tramandate di generazione in generazione. Il processo della “stagionatura” nell’aria secca della montagna li rende particolarmente gustosi.

Le ricette della nonna prevedono tuttora l’uso di molte qualità di legumi (fave, ceci, fagioli, piselli, cicerchie), che vengono cucinati a fuoco lento, “a vapore” nelle “pignate” di terracotta. L’olio viene ricavato “a freddo” in antichi frantoi oleari, da olive ripulite a mano dalle foglie e appena colte. Ottimo è il formaggio ovi-caprino, prodotto e stagionato secondo antiche procedure.
I dolci sono semplici, con poco zucchero e poche uova: taralli ripieni, paste con le mandorle, tarallini e caragnoli.

Piatti tipici

FUSILLI: si ottengono arrotolando un cubetto di pasta attorno ad un fuso sottilissimo (stecca di ombrello), lungo circa 10 cm. – Condire con sugo rosso di carne.

fusilli
CAVATELI: specie di gnocchi, di grano duro, ad una o due incavate, conditi con sugo rosso e carne di salsiccia.

cavatelli caserecci al ragù
SAGNETELLE: specie di fettuccine fatte con farina di grano duro; si mangiano di solito assieme ai legumi bolliti.

sagnetelle e fagioli
SALSICCIE e SOPPRESSATE: carne di maiale insaccata, condita con spezie e peperoncino, sale e pepe, in seguito fatta essiccare con dosi di fumo e poi messa sott’olio.

salsiccie-e-soppressate

TARALLI RIPIENI: per l’impasto – uova, farina, zucchero e vanillina. Per il ripieno: mosto cotto, miele, cioccolata, mandorle pestate e cannella.

taralli ripieni

TARALLINI: si ottengono con l’impasto di uova, zucchero, farina 00 e un po’ di liquore. Per la glassa: albumi e zucchero montato a neve.

tarallini

CARAGNOLI: pasta fritta intinta nel miele (specie per la festività di S.Giuseppe).

caragnole molisane

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